Chi ha la fortuna di possedere un immobile o una proprietà secondaria rispetto alla prima casa può ottenere un guadagno dalla messa in affitto del locale. Oggi, è sempre più difficile acquistare casa e per questo motivo risulta ancora più vantaggioso affittare casa qualora se ne abbiano le possibilità.
La procedura può sembrare complessa, come molte questioni burocratiche, ma in fondo non lo è.
In questo articolo ti parliamo dei requisiti, delle possibilità e delle modalità con cui puoi affittare casa con o senza la mediazione dell’agenzia.
Come affittare casa: requisiti della casa
Il locale che intendi affittare deve rispondere a certi requisiti che ne garantiscono l’abitabilità e la sicurezza per le persone che andranno a prendere in affitto la tua proprietà. In particolare, i requisiti principali a cui attenersi per affittare casa sono:
- La presenza di impianti a norma;
- Il funzionamento degli elettrodomestici, qualora inclusi nei locali in affitto;
- La pulizia e vivibilità degli spazi;
- E infine l’assenza totale di ipoteche e pignoramenti eventuali sull’abitato.
Questi requisiti garantiscono che il locale sia sicuro ed esente da possibili rischi di espropriazione.
Un’altra importante procedura a cui devi attenerti riguarda l’acquisizione di una certificazione energetica dell’immobile (ACE): puoi richiedere questa certificazione presso le agenzie specifiche. La certificazione assegna l’abitato a una precisa classe energetica. Se la classe energetica è alta, il prezzo della certificazione è superiore, mentre scende quando la classe energetica della casa è bassa.
Quali documenti ti servono per affittare casa?
Alcuni documenti sono indispensabili per affittare casa a uno o più inquilini. I documenti andranno usati per redarre il contratto di locazione ed eventualmente allegati in fase di registrazione dello stesso.
Innanzitutto sono necessari il documento di identità e il codice fiscale sia del proprietario che del futuro inquilino. Il proprietario deve munirsi di una copia dell’atto di acquisto della casa, dell’attestato ACE (come abbiamo detto, che riguarda la certificazione di classe energetica) e infine una piantina dei locali. Quanto all’inquilino, invece, dovrà presentare le due ultime buste paga e il certificato CUD, qualora il futuro inquilino sia un lavoratore dipendente, oppure l’ultimo modello Unico e la visura camerale nel caso sia un lavoratore autonomo.
Cosa c’è nel contratto di affitto?
Il contratto di affitto deve includere molte importanti informazioni, adeguatamente inserite, insieme a tutte le condizioni pertinenti all’affitto dell’immobile.
Tra queste, è importante includere i dati anagrafici e la residenza del proprietario e dell’inquilino, la descrizione precisa della casa, comprensiva di una lista di elettrodomestici, mobili e altri oggetti inclusi. Vanno anche inseriti i termini del contratto e la sua durata, con indicazione della possibilità di poterlo rinnovare in modo automatico o no.
Si devono indicare anche le modalità in cui il contratto può essere reciso. Vanno indicate anche le eventuali spese accessorie, il canone annuo e le mensilità dovute, compreso la cauzione e l’eventuale anticipo.
Infine, vanno enumerati anche i doveri dell’inquilino, relativi al mantenimento dell’immobile nelle sue condizioni di pulizia, integrità e sicurezza, ma anche alla sua condotta e i doveri rispetto al condominio.
Come registrare l’affitto di casa
Una volta stipulato il contratto di affitto, con relativa firma delle due parti, è necessario registrare l’affitto presso l’Agenzia delle Entrate. La registrazione è a carico del proprietario della casa e deve avvenire entro i 30 giorni subito successivi alla sottoscrizione del contratto.
Il proprietario dovrà munirsi di due copie del suddetto contratto, entrambe sottoscritte con firma originale dalle due parti. Deve inoltre essere dotato di modello 69 interamente compilato e della ricevuta di pagamento dell’imposta di registro.
Inoltre, saranno necessarie anche le eventuali marche da bollo del costo di 16 euro, che vanno incluse ogni quattro facciate dei fogli del contratto (se fronte retro, quindi, ogni due pagine).
La registrazione del contratto può essere effettuata anche online con il patronato, oppure tramite il software disponibile sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Quanto costa registrare il contratto di affitto?
Le spese di registrazione del contratto di affitto devono essere ripartite fra le due parti, ma con il consenso del proprietario possono essere addebitate solo a sé stesso; mai al solo inquilino.
L’imposta di registro può essere frazionata pagando ogni anno, oppure pagata in un’unica volta, corrispondendo la somma relativa alla durata intera del contratto di affitto: in questo caso, il proprietario avrà diritto a uno sconto.
Il proprietario può anche scegliere di eseguire il contratto in modalità cedolare secca, per cui non verranno addebitate spese relative all’imposta di registro e l’imposta di bollo.
Affittare casa per brevi periodi
Il proprietario può scegliere di affittare casa per brevi periodi, non superiori a 30 giorni. In questo caso, il proprietario può chiedere una cauzione, che sarà utile nel caso in cui, alla fine del periodo di affitto, la casa risulti danneggiata. Se la casa non presenta alcun tipo di danno, la cauzione sarà restituita.
Una volta trascorso il periodo di affitto, il proprietario deve rilasciare la quietanza di pagamento e il conduttore dovrà pagare la tassa di soggiorno, che il proprietario si occuperà di pagare.
Nel caso di affitto breve, il proprietario non è obbligato a pagare l’IVA (sempre che non affitti più appartamenti). Anche in questo caso, il locatore può dichiarare i redditi derivanti dall’affitto con tassazione ordinaria o cedolare secca.