Puntura Tracina: cosa fare

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Quando si va al mare molto spesso ci si ritrova ad avere a che fare con una fauna sconosciuta. Altre volte, può essere più o meno nota, ma difficilmente si ha idea di come trattare eventuali reazioni derivanti a contatti con queste specie. Uno degli abitanti dei nostri mari è il cosiddetto pesce ragno, o tracina. Questo pesce si può trovare nelle acque basse, solitamente nel raggio marino di una trentina di metri di profondità. Appartenente alla famiglia delle Trachinidae, questo pesce vive nei fondali sabbiosi, con cui riesce efficacemente a mimetizzarsi grazie alla colorazione grigia e chiara. Proprio per questo motivo, vederlo non è semplice e non sempre si può o si riesce a scansarlo, con l’inevitabile conseguenza di non riuscire a evitare un contatto.

 

Cosa rende la tracina offensiva?

Come tutti gli animali, la tracina mette in campo le sue armi difensive quando vede la propria zona in pericolo di invasione. Quando qualcuno si approssima al luogo in cui si rifugia, questa espone le sue spine dorsali, che possono variare di numero da 5 a ben 7. Sono proprio queste spine che costituiscono la parte velenosa del pesce: alcune molecole proteiche, come la dracotossina, prodotte e rilasciate da questa zona del dorso, causano la reazione e la sintomatologia dolorosa relativa.

 

Quali sono i sintomi della puntura da tracina?

La puntura da tracina causa tutta una serie di sintomi, associati al dolore molto forte e acuto che colpisce la zona colpita. I dolori e la sintomatologia aumentano con l’aumentare della superficie velenosa della spina con la quale si entra in contatto. Essendo un pesce relativamente lungo, uno dei modi con cui più spesso si può entrare in contatto con la spina è proprio calpestandola interamente sol piede. Specialmente nei soggetti più sensibili, come i bambini, il dolore acutissimo può portare a sincope o tremori. La zona colpita risulta arrossata e gonfia.

Una sintomatologia più severa può includere nausea e vomito, sincope e tremori. Queste reazioni sono solitamente legate a un ingresso in circolo della molecola velenosa. Il dolore dovuto al contatto con il veleno del pesce può durare fino alle 24 o 48 ore seguenti all’episodio.

Oltre alla dracotossina, nel veleno sono presenti altresì istamina e serotonina, che possono portare a reazioni simili ad attacchi di panico.

Il veleno delle tracine è neurotossico ed ha effetto emolitico, ovvero uccide le cellule ematiche e può causare necrosi della zona muscolare colpita.

 

Puntura da tracina: cosa fare?

In ogni caso, è indispensabile far visitare il soggetto a un medico e affidarsi alle sue indicazioni e alle sue prescrizioni, che permetteranno trattare l’area nel modo adeguato, neutralizzando tutti gli effetti del contatto e scongiurando possibili permanenti danni estetici.

In caso di puntura da tracina la prima cosa da fare è premere sulla zona colpita cercando di far fuoriuscire il veleno. Occorre inoltre controllare l’eventuale presenza di porzioni di spina e aculei rimasti dentro la pelle. In quest’ultimo caso, potrebbe verificarsi un’infezione o un peggioramento delle condizioni, con comparsa di sintomatologia più severa.

La tossina iniettata con la puntura di tracina è termolabile, ovvero sensibile all’aumento di temperatura. Quindi, è possibile cercare di neutralizzare i sintomi da puntura immergendo completamente la zona colpita in acqua calda. La tossina è termolabile a temperature che possono arrivare fino a 50° gradi, per cui è necessario cercare di sottoporre la parte dolorante a temperature molto elevate. Cionondimeno, è bene ricordare che è altamente rischioso sottoporre il corpo a una tale temperatura per molto tempo, poiché potrebbe portare i sintomi associati a ipertermia.

Per contrastare il dolore da puntura di tracina, è inutile e controindicato mettere l’area punta a contatto con ghiaccio, acqua fredda, o ammoniaca. E’ altrettanto sconsigliato procedere con rimedi fai da te che andrebbero a complicare il quadro di sintomi e possibilmente ad aggravarne la severità.

Nelle ore successive alla puntura, è opportuno tenere pulita la zona colpita, riposare in luogo d’ombra e mantenersi idratati quanto più possibile, bevendo a piccoli sorsi una quantità d’acqua pari ad ameno 2 litri.

 

Cosa fare se i sintomi da puntura di tracina peggiorano

Come già precedentemente accennato in questo articolo, il dolore può perdurare anche fino a 24 o 48 ore successive al contatto con il pesce. Nel caso in cui i sintomi dovuti alla puntura di tracina dovessero aggravarsi rapidamente e dovessero comparire reazioni cutanee gravi, come rash, sudorazione, o altri sintomi legati alla respirazione e all’apparato cardiaco, come la dispnea, sensazione di soffocamento, tachicardia o debolezza, è opportuno chiamare immediatamente il 118.

Se nel giro di qualche ora i sintomi più gravi, come nausea, vomito, sincope e dispnea continuassero a persistere o insorgessero, sarà necessario contattare o recarsi (possibilmente accompagnati) presso il più vicino Pronto Soccorso.

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